C’era una volta una biblioteca che funzionava, la ‘Tancredi Milone’ di Venaria Reale: ora non più. Raccogliendo più di una segnalazione pervenutaci, in queste ultime settimane, da diversi abituali frequentatori della biblioteca di via Verdi, abbiamo deciso di approfondire, di provare a verificare se questo malessere era fondato o se fosse solo il frutto di pruriti individuali.

Sono emerse criticità, che non trovano allo stato attuale delle cose, delle spiegazioni plausibili.

Non volendo giudicare né mettere in discussione la scelta di chiudere la Fondazione Via Maestra che gestiva la biblioteca con il suo personale, da questa nostra inchiesta emergono, però, evidenti perplessità sulla scelta di affidarne al Comune la gestione, sapendo a priori che questo ente, obbligato a certe procedure, non poteva e non potrà gestire la stessa in modo snello ed efficace.

È un tasto assolutamente dolente. Lo si nota da come chi ci lavora sia scuro in volto e abbia poca voglia di parlare, di spiegare. Ma i più ‘”incazzati” sono gli utenti. Appare evidente che nel passaggio dalla gestione da Fondazione via Maestra al Comune più di qualcosa ancora non torna: il Comune, ad oggi, non appare ancora pronto per caricarsi sulle spalle l’onere di questo tipo di gestione.

“La biblioteca – hanno provato a spiegarci, assolutamente determinati, coloro che quotidianamente vivono i locali di via Verdi – fino all’anno scorso,  aveva la possibilitá con una velocità rara e ineguagliabile, di offrire le novità editoriali, l’ultimo romanzo di questo scrittore o di quella scrittrice, proprio come le grandi librerie, ma con una sostanziale differenza, tutto attraverso un servizio pubblico rivolto al cittadino, noi grandi appassionati di lettura, che in questi anni ci siamo piacevolmente affiliati ed innamorati della biblioteca. La lettura e l’acquisto dei libri da parte delle biblioteche civiche sono un diritto per il cittadino e un dovere per il Comune”.

Cercando d stimolare un contradditorio, la domanda è nata spontanea: anche a Venaria si farà come fanno le altre biblioteche civiche, di altri Comuni, o no? “Sostanzialmente è vero, ma nella forma e nell’efficacia non è così. Se la gestione precedente funzionava, come una macchina perfetta, in ogni suo ingranaggio, perché smontarla per renderla meno efficiente o uguale a tutte le altre? Perché non distinguersi per creare funzione pubblica più attenta al cittadino?”, gli interrogativi che ci hanno lasciato, mentre si sono re-immersi di nuovo nelle loro discussioni, nel loro mondo fatto di storie, di ciniscenza, di cultura, di libri.

Per una decisione così importante, che riguarda la cultura dei cittadini, non era forse il caso di mobilitare ciò che questa amministrazione chiama “Partecipazione alla politica dei venariesi”, chiedendo un parere al cittadino o addirittura agli utenti della biblioteca?

Probabilmente questo sarebbe stato un passaggio necessario per informare e illustrare alla cittadinanza i veri motivi della chiusura della FVM: economici? Non puó essere solo questo. Organizzativi? Non ci crediamo. Allora cosa? Volontà politica? Accentrare tutto su un solo assessorato che governi e controlli? Ma che poi a tutti gli effetti non è in grado di fare e per questioni di competenze e per questioni di tempo.

Sono gli utenti quelli più delusi ed arrabbiati. Quelli che ci hanno segnalato come dal primo gennaio, data del passaggio della biblioteca alla gestione comunale attraverso un contratto di servizio con l’Azienda Speciale Multiservizi (la quale si occupa solo ed esclusivamente degli stipendi e della gestione del personale e non della questione economica e culturale) si stia verificando una situazione spiacevole che paralizza l’attività della biblioteca civica Tancredi Milone, penalizzando fortemente loro, gli abituali frequentatori.

“Questo passaggio di gestione – hanno spiegato demoralizzati alcuni tra i più assidui e decisi componenti degli ‘Amici della Lettura’ – ha creato una immobilità forzata, non troviamo più i libri che cerchiamo, le novità. Siamo fermi”.

Per quello che ci è stato dato di sapere, questo immobilismo pare sia dovuto principalmente ad una conduzione completamente diversa delle procedure amministrative relative a pagamenti, acquisti, rimborsi. Procedure notevolmente più macchinose nella gestione pubblica rispetto a quella privata utilizzata per le fondazioni.

Di fatto abbiamo avuto conferma della presenza di diverse importanti criticità che stanno rallentando, se non addirittura bloccando l’operatività della biblioteca:

  1. a) l’aggiornamento del catalogo libri è fermo. La biblioteca che in questi ultimi anni si era distinta proponendo ad un’utenza attiva e in crescita novità editoriali, non riesce, in questo momento, ad acquistare nuovi titoli.
  2. b) la progettazione e la realizzazione di attività/eventi culturali, per ora, non potrà essere rapidamente implementata in quanto sottoposta ad approvazioni e ad autorizzazioni che si fanno attendere per diverse settimane peregrinando a lungo tra i diversi uffici.

Inoltre, altro elemento allarmante, quasi assurdo, abbiamo scoperto che quasi tutte le attività pianificate nel periodo invernale, sono state addirittura annullate a causa del malfunzionamento del riscaldamento della sala polifunzionale, di fatto non utilizzabile, a cui nessuno riesce a porre rimedio.

A ciò si aggiunga che, con il trasferimento per mobilità del dirigente del settore e l’assegnazione della competenza ad un dirigente nuovo, già carico di impegni avendo le deleghe alla scuola, al welfare e alle politiche sociali, allo sport, alle politiche giovanili, alla comunicazione ed ora anche alla cultura, le difficoltà non fanno che aumentare.

 E le sorprese negative potrebbero non essere finite qua…

Certo, l’amministrazione pubblica, ci è parso di capire, giustifica e motiva questi disagi adducendo al fatto che, in questo modo si risparmia sul capitolato stipendi. Di contro però quale servizio si offre al cittadino quando è scontato che, anche un bravo dirigente, non potrà mai occuparsi di tutte queste attività senza trascurarne qualcuna, causando dei ritardi?

Aldilà delle scelte politiche, quello che emerge in maniera netta è che, nonostante l’amministrazione fosse stata messa ampiamente in anticipo al corrente di tutte le necessità e di tutte le possibili criticità di questo passaggio, a diversi mesi dalla realizzazione dello stesso, i problemi permangono, esistono. Soni reali  e vanno a penalizzare soprattutto i cittadini.

Considerando l’importanza della Biblioteca quale luogo di crescita culturale per la Città di Venaria Reale, l’auspicio è che si possa porre al più presto rimedio a questo quasi totale disinteresse, a questo distacco del Comune nei confronti di questo servizio pubblico di così notevole valore.

Magari, ora che il proprio ‘caro spot’ è terminato, qualcuno potrà trovare del tempo da dedicare…