Tantissime le amicizie. Tante già le perdite. Gli amici che sono volati in cielo e che oggi accoglieranno anche Mario: Nico Santovito, Carlo Gheno, Roberto Operti, Loris Berardo, Ottorino Cappello, Nuccio Bruno, Gianni Castagneri, Salvatore ‘Prinz’ Roccaro, Luciano Cappello. Altrettanti ancora con noi avranno il compito arduo di mantenere viva quella memoria. Di raccontare e tramandare la bellezza di quei giorni, di quella Straordinaria comitiva di giovani: Franco Martinelli, Maldi, Renzo Favero, Pierino Sette, Franco Duo, Pia, Sergio, Elio Santolin, Fidel, De Lucia, Michele Riggio, Pino Vullo, Moro Talotti, Leonardo, Giorgio Cippo, Doriano Berganton, Gualtiero Audero, Pietro Iuliano, Qualova, Vito Di Carlo, Carlo Quel, Roberto Bittante, Mimmo Pucci per citarne solo alcuni.
Per parlare di Mario – spiega emozionato Franco Scavone che con lui ha organizzato una mostra fotografica per raccontare la Venaria dal 1950 ad oggi – non basterebbe un anno. Bisognerebbe parlarne all’infinito: siamo cresciuti insieme e posso dire solo cose belle. Andavamo in Mandria raccogliere i mughetti finita la scuola tutti i pomeriggi oppure al fiume a Terra Rossa alle ‘Bissole’, a Stura. Abbiamo imparato a nuotare senza andare in piscina grazie alla ‘Banda dei Piedi Neri’, più grandi di noi, che ci buttavano in acqua. Bei tempi di una giovinezza spensierata e simbolo di amicizie sincere, vere. Sarai sempre nel cuore di tutti quelli che ti hanno conosciuto e a cui hai voluto bene”
Ma di Mario Simini non si puo non evidenziare anche la sua dedizione al lavoro. Poco più di un bambino, all’età di 12 anni, iniziò come aiuto riquadratore e stuccatore Ma la sua intraprendenza e una ferrea volontà resero ben presto il giovane aiutante un artigiano capace e noto non solo a Venaria.
“Come un artista – lo piange un commosso Enzo Bentivegna che lo insignì nel 1996 del riconoscimento della Cazzuola d’oro – che firma la propria opera Mario Simini con la sua professionalità e competenza firmava i propri lavori, garantendosi la fiducia delle diverse imprese che a lui si rivolgevano”.
Con Mario se ne va un altro testimone di un epoca che non c’è più. Di un pezzo della nostra città che basava le relazioni su valori e principi sani di cui oggi ci sarebbe un gran bisogno e che mancano davvero tanto nella ricostruzione della nostra comunità. Vai Mario vola alto.