Celeste D’Arrando (M5S) alla Camera dei Deputati e Roberta Ferrero (Lega) al Senato: sono queste le donne elette nei rispettivi collegi uninominali che rappresenteranno Venaria nella prossima legislatura. Senza dimenticare Alessandro Benvenuto, venariese e attuale consigliere regionale leghista, che ha vinto il proprio collegio in quel d’Ivrea.
Nella nostra città i voti espressi tra la Camera ed il Senato sono abbastanza speculari: il Movimento 5 Stelle rappresenta la prima forza politica con oltre il 34% dei consensi degli elettori venariesi.
Il Centrodestra dimostra di essere in buona salute raggiungendo quasi il 33%, grazie soprattutto all’exploit della Lega che tocca – con circa il 20% dei voti – vette mai toccate in passato. Completano la coalizione il 10% di Forza Italia, il 3% di Fratelli d’Italia e lo 0,30 di Noi con l’Italia.
Scivolone per il Partito Democratico: in una città storicamente roccaforte della sinistra la coalizione si ferma al 25% con il Pd al 21,5% e la lista della Bonino che sfiora il 3%.
Discreto il risultato di Liberi e Uguali che supera la media nazionale raccogliendo oltre il 4% mentre sono tutte sotto l’1% le altre liste che correvano per il Parlamento.
Sicuramente la giunta del Sindaco Falcone può tirare un sospiro di sollievo nonostante i tanti scricchiolii che hanno segnato questi 3 anni di amministrazione. Il M5S venariese ottiene un risultato più elevato rispetto alla media piemontese e – per quanto si tratti di elezioni politiche e non comunali – questo successo può rappresentare un’indubbia iniezione di fiducia per l’amministrazione grillina.
Gonfia il petto il centrodestra a trazione leghista che tallona il Movimento e si candida a diventare la più grande alternativa se saprà concretizzare sul territorio i tanti consensi ricevuti. L’avvicinamento all’area del centrodestra, registrato in queste ultime settimane, di esponenti eletti nelle fila del centrosinistra dimostra come ci sia un interessante riposizionamento in vista delle prossime amministrative. Il perimetro della coalizione potrebbe allargarsi legittimando le ambizioni di vittoria in un territorio storicamente angusto.
Si lecca le ferite il Partito Democratico che non sembra riprendersi dalla sconfitta delle scorse amministrative, trainato dal disastroso risultato nazionale. Si prospettano mesi di riflessioni che coinvolgeranno tutto il partito a partire dai vertici nazionali fino a cascata verso i circoli territoriali.
Le amministrative sono ancora lontane ed è sempre difficile fare trasposizioni elettorali su competizioni così diverse. Le liste civiche, non presenti alle politiche, sappiamo che spesso stravolgono i risultati dei partiti poiché dragano consensi da una parte e dall’altra. Così come l’alto numero di candidati a caccia di preferenze sicuramente rappresenterà un elemento di grande variabilità rispetto ad elezioni politiche con candidature blindate. Nonostante ciò sappiamo che da domani tutti saranno proiettati ad immaginare come sarà lo schieramento che sfiderà Roberto Falcone nella prossima legislatura. Sempre che il Sindaco non voglia cedere il testimone ad altri compagni di partito, come già si mormora in ambienti locali, sfibrato da una legislatura fin qui pesante e non priva di incidenti di percorso.