“È questo il fiore del partigiano, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! È questo il fiore del partigiano morto per la libertà!”, le parole, la melodia di Bella ciao hanno riempito ed emozionato il mausoleo dei Caduti. Per commemorare il 25 aprile, la Festa della Liberazione, una quarantina di persone, iscritti all’Anp e semplici cittadini con i propri figli, hanno risposto all’iniziativa pensata e voluta da Fabio Scibetta. Nata istintivamente per dare degno ricordo ad una data storica rilevante, di liberazione dall’oppressione nazifascista. “Senza volersi sovrapporre” alle iniziative istituzionali pensate ed organizzate, ma evidentemente cercando di non ridurre la giornata ad una delle tante feste da balli e cotillons che da ormai un pò di tempo sembra andare per la maggiore in città.
‘Sotto l’ombra di un bel fior’, ha incarnato questo spirito. Di ricordo sentito. Semplice nella sua organizzazione. Senza vessilli, bandiere, senza necessità di presenzialismo ed egocentrismo. Ma con presenza sincera. Con una chitarra suonata da Marco Perazzolo e la voce di chi ha scelto e voluto esserci. Mischiato tra i tanti. Senza volontà di primeggiare, di spiccare, di ergersi su piedistalli. Senza un protagonismo da baracconi che trasforma una commemorazione in una sagra da pane e panelle, con tutto rispetto per le panelle. Diversi, uomini, donne, bambini, anziani, giovani. Lí, insieme. Raccolti. Tante voci, una sola emozione vibrante. Con un fiore in mano. Un simbolo deposto sulle lapidi di quei tanti uomini che sacrificarono la loro vita per garantire che la nostra potesse e possa essere più libera, più vita. Si, senz’altro una visione, una versione tradizionale del ricordo. Qualcuno potrebbe obiettare ancora una volta che si tratta di un pensiero “vecchio”. Beh, meglio risultare vecchi, ma veri, sinceri, che apparire come nuovi, innovatori, ma finti, falsi. Ipocriti. Capaci di sorridere davanti, ma di pugnalare alle spalle. E quelle note, quelle parole rimbombano ancora nelle orecchie di chi non vuol sentire. Delicate, ma prorompenti: “Bella ciao!”