Continua la protesta dei residenti dell’area di Via Aldo Moro, Via Calabresi e Via Don Sapino per la mancanza di un parco giochi all’interno della superficie verde posta al centro di quel quadrilatero urbano. Hanno costituito ormai da qualche mese anche un battagliero comitato spontaneo nato per confrontarsi proprio con l’amministrazione comunale che ha previsto per quella zona un “Biofrutteto Condiviso”.
I residenti lamentano il fatto che il Comune non abbia mai comunicato il criterio con il quale sia stata scelta proprio quella porzione di Venaria non tenendo conto delle esigenze di chi invece in quell’area ci vive e che da anni invoca uno spazio verde attrezzato con un parco giochi per i più piccoli.
Del resto lo spazio a disposizione avrebbe permesso di realizzare entrambi i progetti senza scontentare nessuno.
Il comitato sostiene che quella del biofrutteto potrebbe essere una buona idea se collocata però in uno spazio idoneo più visibile e più accessibile anche alle scuole, visto che dovrebbe avere una valenza didattica mentre in quel quadrilatero – chiuso e nascosto da edifici e villette – sarebbe stato più utile un’area da destinare appunto al gioco dei tanti bimbi presenti.
Hanno chiesto ed ottenuto un incontro con l’amministrazione l’8 novembre scorso senza però ricevere le risposte che avrebbero voluto sentire. Così hanno dato il via anche ad una raccolta firme (a cui hanno aderito ben 350 venariesi) protocollata in Comune il 19 novembre scorso ed infine il 9 dicembre hanno effettuato un sopralluogo con il Sindaco Falcone per far capire quale potrebbe essere la zona adatta da destinare all’area giochi. L’incontro con il primo cittadino però non avrebbe portato i frutti sperati (riferimento quanto mai calzante visto il tema) poiché l’unica soluzione prospettata sarebbe stata quella di partecipare al bando “Bene Comune” per poi gestire in autonomia la zona.
Ovviamente la risposta non ha convinto il Comitato che continua nella sua protesta fatta di lenzuoli appesi ai balconi e di sagome di cartone piantate sul prato, per ricordare come in quell’area potrebbero giocare bambini al posto del frutteto voluto dal Sindaco. Alcune delle frasi più ricorrenti tra i cittadini sono le seguenti <<Paghiamo le tasse al Comune come tutti gli altri venariesi perché non dovremmo aver diritto a degli spazi per i nostri figli?>> ed anche <<L’amministrazione fa fatica a gestire la manutenzione delle attuali aree verdi figuriamoci come si ridurrebbe in poco tempo questo frutteto senza la necessaria cura che invece richiede>>. Difficile dar loro torto.
Marilena Cuna, portavoce di questo Comitato spontaneo Giardini delle Foibe, ci dice: <<Quando è stato realizzato questo quartiere i progetti dell’epoca prevedevano proprio la realizzazione di un parco giochi, di una pista di atletica e di altri spazi per la socializzazione dei giovani. Questo veniva detto a chi acquistava le case. Era stata presentata una fideiussione per opere secondarie di 250.000 euro ancora non utilizzati. L’assessore di riferimento ci ha detto che inizialmente erano stati previsti per la risistemazione dell’area mercatale in Piazza De Gasperi ma, ad oggi, non essendo stato fatto nulla sono ancora fermi. Non ci convince nemmeno il fatto che il Comune debba tirare fuori 7.000 euro per la realizzazione di questo frutteto (sui 30 mila euro previsti per l’opera 23mila sono frutto di un contributo della Compagnia di S.Paolo mentre la rimanenza è proprio a carico del Comune) e poi ci vengono a dire che non ci sono i soldi per le attrezzature. Abbiamo anche chiesto un’analisi del terreno ma non ci hanno ancora risposto. Come possono fare un frutteto biologico se poi il terreno non ne ha le caratteristiche? Non ci hanno spiegato dove verranno posizionati i gabbiotti degli attrezzi, le vasche di compostaggio, ma poi si può pensare ad un frutteto non recintato? Chiunque potrebbe prendere la frutta di giorno o di notte senza un controllo. Il progetto è stato presentato solo a bambini delle elementari e non ai residenti che secondo noi hanno tutto il diritto ad essere informati sulla destinazione di un’area così vasta. Al Sindaco abbiamo chiesto anche solo di recintare una porzione di quest’area per destinarla al gioco dei bambini, le stiamo provando tutte per riuscire a farli ragionare.>>
Il malumore crescente tra questi residenti ha portato qualcuno ad alzare il livello dello scontro, difatti di recente è comparsa anche una scritta su un muro del quartiere e sull’asfalto in prossimità del giardino. Gesto dal quale il Comitato ha prontamente preso le distanze sostenendo che la loro protesta è fatta solo di azioni simboliche e provocazioni fantasiose ma non di atti incivili dai quali si dissociano.
In via Aldo Moro la protesta delle lenzuola
