Non c’è proprio nulla di cui stare allegri. Anzi. Ogni giorno che passa senza che arrivino inversioni di marcia da parte del Governo c’è da essere più arrabbiati. Più delusi. Ci sente di fatto più soli. Con la scelta di revocare le risorse già assegnate per riqualificare le periferie della penisola italiana, si lasciano i sindaci, gli amministratori locali abbandonati al proprio destino. Il Bando Periferie finanziava interventi manutentivi imprenscindibili, e che i cittadini reclamavano da tempo.

Per la nostra città, per Venaria voleva dire poter contare e fare affidamento su circa 3 milioni di euro di risorse fresche assegnate da immettere nel bilancio comunale. Denaro utile per finanziare lavori di manutenzione degli edifici comunali, soprattutto le scuole. Ma non solo. Tant’è che lo stesso sindaco Falcone non poteva credere alle proprie orecchie allorquando  venne comunicata la notizia della disponibilità di questi soldi. Ed infatti, da lì a poco, sono diventati parte integrante del Documento Unico di Programmazione e del piano triennale delle opere. Nel dettaglio si era deciso di finanziare:

  • manutenzione straordinaria strade euro 600.000;
  • manutenzione aree mercatali e della viabilità di collegamento con i quartieri euro 410.000;
  • manutenzione straordinaria scuole materne euro 230.000;
  • manutenzione straordinaria scuole medie euro 232.000;
  • manutenzione straordinaria asili nidi euro 183.000;
  • ulteriori risorse destinate a manutenzione edifici comunali euro 235.000.

Lavori per cui in quasi tutti i casi ci si è adoperati per affidare a professionisti esterni, con l’aggravio di costi, la progettazione. Oggi saremmo pronti per espletare le procedure per indire le gare d’appalto, ma con la decisione del Governo di sottrarre le risorse per destinarle altrove, ci ritroviamo senza più la copertura finanziaria. Non possiamo più procedere. Non possiamo fare le gare d’appalto. Non possiamo dare seguito all’iter per eseguire i lavori alla scuola Romero, alla Lessona, alla palazzina sede del comando dei Vigili urbani, alla 8 marzo, per fare alcuni esempi. Ma non possiamo procedere al rifacimento delle strade cittadine che sono un vero e proprio colabrodo.

Molto più di uno sgarbo quello deciso da parte del Governo Conte. Un vero terremoto che rischia di mettere ancor più in ginocchio le amministrazioni pubbliche locali. Di destabilizzare bilanci comunali che già traballano e che trovano l’equilibrio con lo sputo. E Venaria non fa assolutamente eccezione. E non basta sindaco Falcone immaginare di approvare un ordine del giorno dove si richiama alla serietà istituzionale dei governati, dove si chiedono garanzie, dove in modo formale si rivendicano diritti.

Un modo, troppo garbato, per lavarsi la coscienza in una vicenda dove di garbo non si è vista traccia. Dove è apparso evidente come non frega nulla delle periferie. E di chi, praticamente in trincea, è costretto quotidianamente a confrontarsi con le esigenze, in molti casi drammatiche, di chi bussa alla porta di un sindaco. Esso sia del PD, della Lega o del M5S. Sindaco Falcone l’appartenenza non conta, non deve contare. E quindi non possono bastare le rimostranze anche accese fatte pervenire al sottosegretario all’economia, Laura Castelli. Hanno dimostrato che non ci sentono. Che non ascoltano. Che ci prendono in giro.

Ed allora, al di là delle bandiere facciamo sentire ora il dissenso. Forte, senza opportunismi e personalismi interessati. Tanto, non sarà questo il motivo per cui daranno l’assenso o il diniego ad una ‘sua’ prossima candidatura in regione o da qualsiasi altra parte. Mandiamoli a stendere. Voi siete i ‘padri’ del ‘VaffaDay’. Ecco è l’occasione per rispolverarlo. Per mandarli tutti a ‘fanculo’. Perché sappiano anche loro che la pazienza è esaurita. Anche se sono dello stesso movimento. Anche se è un Governo ‘amico’. Andiamo sotto Palazzo Chigi, sindaco Falcone vieni?