Ormai volano gli stracci. Con toni forti e determinanti il presidente del Consiglio del Comune di Venaria, Andrea Accorsi è tornato alla carica. Ancora una volta. Portando avanti le istanze condivise di un gruppo di consiglieri del Movimento. Rompendo definitivamente questo finto clima del “vogliamoci bene sempre e comunque”. Resosi conto e preoccupato, dopo 3 anni e mezzo, che troppe questioni sono rimaste intatte. Troppi aspetti contenuti nel programma elettorale non hanno visto seguire azioni coerenti. In alcuni casi nessuna. E di conseguenza avrebbe percepito come questa esasperazione dell’apparenza, della finzione, del far credere piuttosto che dell’agire, al posto di far crescere il consenso, starebbe portando lentamente, ma costantemente, i cittadini a non aver più fiducia verso questa maggioranza. L’altra sera ha utilizzato la commissione Lavori Pubblici per esternare il malcontento, il dissenso verso la gestione della società ex Vera, ora Gesin. Ed i risultati raggiunti, anche sotto la gestione Falcone. Il suo sindaco. “Ciò che è emerso – attacca Accorsi – dagli atti che ho raccolto dal 2007, anno di nascita di Vera Servizi, ad oggi è significativamente importante per quanto riguarda la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei servizi resi dalla società stessa”.
Quasi trenta minuti di monologo criticando l’operato dell’amministratore delegato Gesin, Morandi, del dirigente del settore e mettendo di fatto mettendo in discussione l’operato della stessa Giunta, con gli assessori Castagno e Allasia nel mirino. Critiche soprattutto per l’inadeguatezza mostrata nella gestione del taglio del verde. Nulla contro il personale, gli operai perché “l’impegno profuso – spiega – da parte di chi ci lavora, va oltre ogni possibile immaginazione; però la scarsità di risorse umane e di mezzi alquanto obsoleti ed in continua manutenzione ne vanificano l’operato”. Indispettito Accorsi ha vomitato tanto di quello che, evidentemente, ribolliva in pancia da tempo: “A nulla è servito mettere a disposizione 100000 euro nei primi mesi del 2017 per la sostituzione dei mezzi. Ad oggi nessun acquisto è stato ancora fatto”. E poi ancora: “Quest’anno – racconta – più volte abbiamo chiesto un maggiore sforzo per quanto concerne il taglio del verde ai dirigenti di riferimento e al nuovo amministratore della Gesin, una task-force che potesse lavorare in regime di straordinario e che per esigenze di servizio consentisse attraverso l’impegno degli operatori ex VERA di lavorare nei weekend, ed anche qui a nulla sono valse le nostre domande“. Il presidente Accorsi è andato a rispolverare il lavoro della commissione d’indagine su Vera del 2013: “Diverse considerazioni risultano ancora attuali: “ricreare entusiasmo per entusiasmare, per osare, per ricreare condizioni di dignità e di rispetto” e ancora “uno scontro tra uffici…”, si parla di “muri contro muri anche con l’attuale amministrazione(ex)”, e di “incapacità di riuscire a portare a compimento gli obiettivi prefissati”. Oggi l’analisi dev’essere ricontestualizzata tenendo conto delle offerte anche più economiche che si trovano sul mercato. Non si può pensare che 11 uomini devono occuparsi di 60 Km di strade, 1.000.000 di Mq di verde, due cimiteri, 20 scuole e altro ancora. Devono essere fatte altre scelte”. Ma il messaggio e l’affondo più duro verso il ‘suo’ primo cittadino, Falcone, e probabilmente verso la sua più stretta collega, è quello finale: “Si deve parlare del bene della nostra Città, – attacca Accorsi – i personalismi e le non affinità interpersonali non devono e non possono in alcun modo interferire con gli obiettivi comuni da raggiungere, che devono essere portati avanti in sinergia e responsabilità. Forse sarebbe il momento di “osare”, di decidere finalmente cosa fare o cosa non fare. O forse, per qualcuno, sarebbe più semplice dire chiaramente ai venariesi questa è la situazione e tenetevela?”
LA REAZIONE DEL SINDACO
Era indispettito il sindaco Falcone l’altra sera. Arrivato di corsa perché, probabilmente avvertito di quanto stava accadendo. Di quale reprimenda il presidente Accorsi, nella veste di consigliere, stava portando nei confronti della Giunta da lui guidata. Contro le scelte o le ‘non’ scelte operate. Intervenuto per ascoltare con le proprie orecchie. Per dare man forte al suo vice, Castagno. Assolutamente contrariato per le modalità con le quali è stata condotta la commissione. Per i toni ed i contenuti usati dal presidente Accorsi. “Non condivido questi modi e le critiche mosse a dirigenti, amministratori ed assessori”, in sintesi il solo concetto espresso da Falcone.
Ed il giorno dopo la rabbia non è scemata. Anzi. Chi gli è intorno assicura che è livido contro Accorsi. Ma per il momento non è il momento di replicare. “Non commento“, la posizione ufficiale. Ma la reazione ci sarà, c’è da giurarci. Attenti, in maniera ossessiva e maniacale alle dinamiche comunicative, staranno ragionando sul come questa ennesima brutta vicenda non contribuisca a far perdere ancora consenso. Ma la frittata ormai è fatta. E certamente, questa volta la frattura non sarà così facilmente ricomponibile. I rapporti con Accorsi sono ormai ridotti ai minimi termini. I ‘rumors’ di Palazzo raccontano che siamo solo alle scaramucce iniziali. Nessuno indietreggerà. E tutto nascerebbe dal giorno in cui Falcone ha comunicato la sua volontà di non candidarsi più. Aprendo una sorta di rappresaglia per la successione. Con due candidati su tutti: D’Afflitto e Accorsi. Da qui la corsa, stucchevole e a volte imbarazzante, a chi riesce ad apparire di più. Ora il salto di qualità del Presidente Accorsi: non servono solo le feste; ci devono essere, ma occorre avere un’attenzione maggiore per il territorio, per i bisogni veri dei cittadini. Meno propaganda e più fatti, quindi.
Per contro, non si sa bene se solo malelingue o persone vicine al sindaco, alcuni raccontano che Accorsi “non sa neanche di cosa parla” e poi si starebbe agitando così solo perché ha capito che in futuro “non ci sarà più spazio per lui nel Movimento 5 Stelle” e quindi starebbe cercando altre collocazioni.
LA MINORANZA
Spettatori interessati di questo ennesimo teatrino i consiglieri di minoranza: “È impensabile – dichiara Alessandro Brescia, Uniti per Cambiare – far pesare sui lavoratori di Gesin il regolamento di conti tutto interno al Movimento 5 Stelle. Il fallimento del taglio del verde è frutto della scelta dell’amministrazione, Accorsi compreso, di non aumentare i trasferimenti alla società. Adesso si vuole strumentalizzare questa vicenda probabilmente per soli fini elettorali. Veramente scorretto“.
VENARIA MERITA QUESTO?
In un momento in cui sarebbe necessario ed indispensabile ragionare e confrontarsi su come programmare lo sviluppo e la crescita della città, su come provare a dare soluzione alle criticità presenti, a dare risposte ai bisogni dei cittadini, alle modalità per trovare ed ottenere risorse, questa vicenda ancora una volta fa emergere, a chiare lettere, come non ci sia collegialità nelle scelte. Come non ci sia una visione di insieme. Come non ci sia un’idea di comunità e città. Come si viaggi in maniera estemporanea. Quasi improvvisando. Con dinamiche e logiche (anche di esclusiva ricerca di potere) che si pensava fossero superate o appartenessero solo ai politicanti della tanto vituperata Prima Repubblica. Ed invece le ritroviamo ancora oggi. Venaria si merita tutto questo?
ASCOLTA L’AUDIO DELLA COMMISSIONE:
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